è un titolo nato dalle tante volte che mi sono dovuto fermare, a volte per scelta, a volte per obbligo

Domande frequenti

Come vivono i figli della coppia affidataria l’arrivo di un fratello affidato ?

Premesso che non necessariamente la coppia affidataria debba avere già dei figli , ma quando questi ci sono, prima di porci la domanda è il caso di verificare se prima dell’accoglienza, ci sia stata a monte un adeguata preparazione del nucleo familiare. Questo è assolutamente necessario , anzi è un elemento imprescindibile nel progetto di affido. Quando all’interno del nucleo familiare affidatario è presente uno o più figli è importantissimo che questi siano prima informati poi coinvolti nelle modalità più appropriate rispetto alla loro età. Per questo è opportuno farsi aiutare con un supporto psicologico che il servizio sociale inviante dovrebbe mettere a disposizione della coppia affidataria. Per quanto ci riguarda , abbiamo avuto due casistiche diverse nell’accoglienza: quella in emergenza e quella programmata. Nella prima è stato quasi impossibile preparare i bambini all’arrivo di un nuovo fratellino, ma abbiamo sempre fatto in modo che tutti i bambini presenti in casa famiglia (figli biologici e figli accolti) lo sapessero prima del suo ingresso. Ma generalmente l’accoglienza in emergenza riguarda più una casa famiglia che una famiglia affidataria. Nella seconda ipotesi invece facevamo una bella riunione di famiglia prima. spiegando loro della proposta di affido e quindi dell’arrivo di un nuovo fratellino o sorellina chiedendo loro cosa ne pensavano. Attenzione, la decisione di dire sì all’ingresso del bambino era presa prima di tutto fra noi genitori, valutando tutte le opzioni possibili affinchè l’inserimento fosse compatibile con quello che in quel momento era il nostro nucleo familiare. Quindi l’età del bambino, la situazione sua familiare etc. Il passaggio dai nostri figli era necessario per capire come stavano in quel momento, magari esprimendo la paura che l’affetto per il nuovo ingresso fosse stato tolto a loro per essere riversato verso il bambino che arrivava. Qualora non fossero stati d’accordo (e non è mai successo), ci saremmo fermati per capire i motivi del diniego, piuttosto rimandando di qualche giorno l’accoglienza. Tutto questo però comporta, come detto, un lavoro a monte , di coinvolgimento con modalità che possono variare a seconda dell’età dei nostri figli. Devo dire che in tutta onestà, tutto ciò noi abbiamo iniziato a farlo quando i nostri figli avevano già 4/5 anni. In definitiva, dalla nostra esperienza, la reazione dei nostri figli ad un nuovo arrivo è sempre stata di grande felicità alla notizia, grande senso di accoglienza all’arrivo e a volte fatica relazionale durante il percorso , che noi continuamente dovevamo monitorare verificare, chiarire e intervenire qualora le dinamiche tra loro fossero particolarmente difficili. Parliamo comunque di normali rapporti tra fratelli. Oggi che i nostri figli sono adulti e non vivono più con noi, riconoscono tutto questo, le fatiche che hanno vissuto (ma loro si sono visti passare davanti sino a che erano in casa , circa 80 fratelli/sorelle), ma ringraziandoci pubblicamente sul senso forte di accoglienza e condivisione che hanno nei confronti dei più deboli. Sono sicuro che l’esperienza dell’affido, farà dei nostri figli, gli adulti di domani necessari ad un mondo più accogliente e meno discriminatorio verso le situazioni e contesti al quale siamo abituati a vivere ogni giorno.

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