è un titolo nato dalle tante volte che mi sono dovuto fermare, a volte per scelta, a volte per obbligo

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Meditazione

Sfido chi non ha mai pensato: ” Vorrei scappare in cima ad una montagna o in un’isola deserta o rifugiarmi in un eremo”. Non so voi, ma io nonostante dopo tanti anni cerchi di prevenire questa situazione, periodicamente arriva un momento in cui mi devo assolutamente fermare. Vi prego, qualcuno mi dica che non succede solo a me . Infatti ho bisogno di dire stop, ritirarmi anche per qualche giorno e rifare il punto. E’ vero che la nostra esperienza di accoglienze in casa famiglia dal punto di vista psicologico ed emotivo è particolarmente impegnativa. Abbiamo una supervisione psicologica, abbiamo i nostri momenti di coppia, abbiamo la preghiera  anche se con alti e bassi, ma tutto ciò sembra  non sia sufficiente. Ed ecco allora che, per quanto mi riguarda, lo stop è necessario ed inevitabile. Per me fermare la corsa è da oltre vent’anni la meditazione , il ritiro. La persona che sono oggi, non ha 64 anni, bensì 42 di meno, perché a 22 anni sono rinato attraverso un’esperienza forte durata un mese in un monastero. E lì torno sempre ogni qualvolta ne ho bisogno, come il pane, come l’acqua.  La meditazione ! Dal latino meditatio, riflettere, studiare, praticare Per i buddisti significa “sviluppo mentale”, in sanscrito “Pensiero che offre protezione”, per i cristiani “Una forma di preghiera”. Ecco per me è sicuramente quest’ultima, passando attraverso la riflessione, lo studio e praticando una respirazione che mi consenta di estraniarmi dall’esterno cercando di ritrovare la mia essenzialità. Attraverso questo cerco di riscoprire le origini delle mie scelte, di valutarne la coerenza, comprendere il percorso fatto e cercando poi di fare il punto.  Credo che la parte più difficile in tutto questo sia proprio fermarsi e dire STOP. Anteponiamo sempre mille scuse, mille impegni, tutto è prioritario senza renderci conto che la capacità di sapersi relazionare correttamente, il sapersi voler bene, il saper amare gli altri, essere onesti e corretti, coerenti e tenaci, gentili e sorridenti, passa dalle nostre consapevolezze e queste le acquisiamo profondamente solo se siamo capaci di fermarci e guardarci dentro. Mentre scrivo , mi trovo nel monastero di Bose dove almeno una volta all’anno devo venire per tre-quattro giorni (prima ero solito frequentare il monastero o l’eremo di Camaldoli dove è avvenuta la mia rinascita) e proprio in questi giorni sono assalito da mille dubbi, mille domande. Ho sempre l’entusiasmo di accogliere come 25 anni fa in cui con Ileana decidemmo di aprire una casa famiglia ? Sono ancora coerente con i buoni propositi che avevo all’inizio ?  Riesco ancora ad essere genitore temporaneo e per il tempo che serve verso i bambini che accogliamo ? Chiaramente qui non troverete nessuna risposta, perché ci sto lavorando. Ma proprio perché ci sto lavorando, lo ritengo un buon inizio.

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